Vini di Francia e Cabernet Franc

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Identificazione e origine: sicuramente il più antico vitigno coltivato nella Gironda, sin dal I° secolo a.C. E’ stato molto probabilmente scelto o selezionato empiricamente da materiale vegetale originario del versante nord dei Pirenei, (Navarra spagnola o Guipuzkoa), zona primitiva dell’antichissimo vigneto di Txakoli. Risulta iscritto nel Catalogo Ufficiale delle varietà di uve nella lista A1. Da notare l’esistenza di altri due vitigni a lui molto simili, il Morenoa e il Txakoli noir, quest’ultimo divide con il Cabernet Franc lo stesso sinonimo di Ondarrabi Beltza.

Sinonimi: Bouchet in Gironda, Breton, Gros Bouchet, Bouchy a Madiran e Tursan, Acheria nei Pirenei, Ondarrabi Beltza o Noir di Fontarrabie nei Paesi Baschi, Noir dur nella regione di Orléans, Véronais o Petit Véronais, Gros Cabernet, (quest’ultimo sinonimo non risulta tuttavia essere del tutto appropriato, in quanto esiste un  vitigno con questo nome, risultante dall’ incrocio tra il Fer-Servadou ed il Txakoli noir), Carmenet, Gros Carmenet, Grosse Vidure.

Descrizione: Gemma cotonosa bianca a bordo carmineo. Giovani foglie lanuginose, a superfici bronzee verso il bordo, al disotto del limbo cotonose e carminee. Foglie orbicolari di colore verde molto chiaro e brillante, unite, profondamente pentalobate, con seni laterali profondi acuti e stretti, con la presenza di un dente sul fondo. Seno peziolare in forma di lira stretta; denti ogivali stretti, superficie inferiore a ragnatela bollosa. Rami laterali, verde chiaro, leggermente striati di rosso nelle parti esposte al sole, viticci carnosi, molto grandi. Grappoli medio-piccoli, cilindro-conici, più o meno compatti, a volte alati; bacche da piccole a medie, sferiche  con, buccia fine e molto pruinosa, di un bel colore nero bluastro; succo zuccherino leggermente astringente.

Attitudine produttiva: apertura delle gemme di epoca media, una settimana circa dopo il Merlot Noir. Portamento eretto, molto facile da condurre. Predilige particolarmente terreni ben alimentati in acqua ma al tempo stessi ben drenati, in quanto reagisce molto male agli stress idrici. Resta molto importante la scelta del porta-innesto, avendo quest’ultimo una netta influenza sulle qualità organolettiche del vino prodotto: da evitare in modo particolare l’SO4. Più vigoroso del Cabernet Sauvignon, necessita come quest’ultimo di un taglio lungo, essendo un piccolo produttore; rispetto ad esso, risulta meno sensibile alla peronospera e all’oidio, alla muffa grigia, e agli acari, resta tuttavia sensibile all’erinosi, alle cicaline verdi e alla carenza di Magnesio; le sue foglie possono portare delle galle fillosseriche. Maturazione di seconda epoca tardivo, da 8 a 10 giorni prima del Cabernet Sauvignon.

Cloni approvati: in totale 34, i più importanti sono il 331, il più produttivo, il 210 dagli aromi eleganti,ed il 393 che produce un vino molto equilibrato ed aromatico. Da evitare il 312, 326, ed il 321, portatori di arricciamento fogliare. I cloni 1166 e 1167 hanno dei grappoli più piccoli, meno compatti e produttività media.

Vino ed aromi: fa parte dei vitigni delle denominazioni Médoc, Graves, Saint Emilion, Bergerac, Pécharmant, Côtes de Duras, Buzet, Madiran, Irouléguy, Béarn, Côtes du Marmandais,Côtes du Brulhois, Bourgeuil, Saint Nicolas de Bourgeuil, Chino, Saumur, Saumur-Champigny, Touraine, Coteaux du Loir, Anjou, Rosé de Loire, Rosé d’Anjou, Cabernet d’Anjou, Cabernet de Saumur, Orléans-Clery, Cheverny, Coteaux du Vendômois,Coteaux d’Ancenis, Vins du Thouarsais, Haut Poitou, Malepère, Cabardès, e Vins de Pays. Dà un vino di grande qualità, molto strutturato, profumato, meno colorato di quello ottenuto da Cabernet Sauvignon e meno ricco in materia tannica, il che gli conferisce una particolare gentilezza; resta il tocco femminile dei meravigliosi vini di Bordeaux, al contempo però presenta un attitudine all’invecchiamento meno spiccata (il vino arriva più precocemente a maturazione). Si ritrovano molti marcatori olfattivi tra i quali spesso spiccano gli aromi di cacao, ribes nero ( a volte miscelate a note vegetali di legno di noce), cotogna, spezie, foglia di edera, felce, fragola, lampone, frutti rossi molto maturi, note mentolate, pepe, peperone verde, sottobosco, tabacco, violetta,…..Gli accostamenti sono naturalmente quelli più classici, ossia la sua predilezione ai sapidi ed untuosi piatti di carni rosse e selvaggina, sia da pelo che da piuma, meglio se salsati, i salumi in genere, anche se molto grassi. Ce lo facciamo un pensierino con il cotechino con le lenticchie di fine anno? Nell’augurarvi un’eccellente appetito ed un altrettanto eccellente bevuta, vi ricordo queste meraviglioso motto: ” Vina bibant homines, animantia cetera fontes” ossia “Bevano vino gli uomini, gli altri animali alle fonti”.

 

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