Nella pausa di oggi mi farebbe piacere raccontarvi due o tre aneddoti su due produzioni vinicole molto interessanti della regione della Loira.Ci troviamo nel centro della Francia, tra il dipartimento dello Cher e il dipartimento della Nievre a circa 480 Km dall’oceano Atlantico, lungo i versanti delle colline che si stendono sulle antiche rotte commerciali romane e nelle vigne degli antichi chateau. La particolare posizione geografica conferisce al luogo un clima di natura continentale dalle estati brevi e assolate e dagli inverni lunghi e rigidi, il cui rischio di gelate si estende anche nei primi mesi primaverili, rendendo il lavoro dei vignaioli ancora più meticoloso e impegnativo per proteggere le piccole piante di vite.La presenza del fiume Loira altera ancora di più il microclima locale, dominando l’intera regione, influenzando inoltre anche la sua morfologia e la composizione del suo suolo.
Il terreno su cui crescono entrambe le appellation principali è di composizione gessosa (calcare) e silicea (selce), ricco di fossili e conchiglie provenienti da un periodo ormai remoto della preistoria, nel quale gli oceani ancora ricoprivano l’intera regione.Sono evidenti prime tracce di viticoltura durante il primo secolo avanti Cristo, ad opera dei colonizzatori Romani, per quanto la regione risultasse già essere abitata dalle tribù galliche, furono proprio i nostri antenati a valorizzare in loco la preziose viti autoctone. I Romani intuirono il potenziale del luogo e il valore delle sue vie navigabili costruendo strade, ponti, attività commerciali e vigneti, facendo prosperare e crescere la produzione e il commercio di vino. Commercio che poi porterà la regione a legare la sua storia con quella del vicino Ducato di Borgogna, che sicuramente avrà giocato un ruolo di prima importanza nell’introduzione delle colture di pinot Noir nella Loira.
Tra i vitigni principali della regione troviamo il Pinot Noir, lo Chasselas e il Sauvignon Blanc, e la nostra attenzione andrà a concentrarsi proprio su quest’ultimo.Le origini di questo vitigno sono ancora dibattute, alcuni ritengono che provenga dalla Loira, altri che provenga dal Bordeaux e dal Sud Ovest della Francia, fatto sta che ha trovato la sua perfetta collocazione sul suolo delle città di Sancerre e Pouilly sur Loire. Studi ancora in corso suggeriscono che potrebbe essere imparentato col vitigno Savagnin e che forse sia anche associato alla famiglia del Carmenere. Ad un certo punto del diciottesimo secolo, questa vite incrociata con quella del Cabernet Franc da vita al Cabernet Sauvignon del Bordeaux dal quale si ricavano corposi vini rossi.Il Sauvignon, nome che deriva dal termine “Sauvage” e che in italiano può essere tradotto come selvatico/selvaggio è un vitigno a bacca bianca estremamente diffuso a livello globale, con spiccate note aromatiche e dal ricchissimo bouquet vegetale, impiegato nella produzione di alcuni dei vini più eleganti e ricercati al mondo. I tratti aromatici che contraddistinguono il vitigno sono dovuti alla presenza di composti organici che si formano negli acini durante la maturazione dei grappoli, le pirazine, sostanze aromatiche dai caratteristici profumi verdi di foglia di fico, oliva,peperone verde, finocchio e sopratutto il marcatore olfattivo specifico della gemma del ribes nero.
Finalmente passiamo ora ai vini prodotti a partire dal Sauvignon Blanc, il Pouilly Fumé e il Sancerre. Sono denominazioni molto importanti per coloro che apprezzano i vini francesi secchi, il loro sapore è stuzzicante, minerale e sapido, dotato di una fugace eleganza in grado di attrarre chiunque non ami vini dalle caratteristiche neutre.Per la denominazione Pouilly esistono tre sotto categorie principali: Blanc Fumé de Pouilly (oggi non più attuale), Pouilly Fumé (il nostro noto Sauvignon Blanc apprezzato ed amato) e Pouilly sur Loire un vino a contenuto alcolico ridotto proveniente da uve Chasselas con o senza aggiunta di Blanc Fumé. I comuni coinvolti nella produzione di questo spettacolare prodotto sono: Pouilly sur Loire, St. Andelain, Tracy sur Loire, St. Laurent, St. Martin sur Nohain, Garcy e Mesves sur Loire e qui, come a Sancerre, regna indiscussa la competenza del piccolo vigneron. I Pouilly Fumè se confrontati con i loro omologhi di Sancerre, risultano essere “più fruttati” e più complessi con una generale tendenza a migliorare con uno o due anni in bottiglia. Una volta nel calice,l’aroma è superbo, elegante e fine, sono subito distinguibili note minerali di pietra focaia e silice arricchite da aromi di agrumi come limone e pompelmo, derivanti dal terroir. Al palato è vivace e schietto, molto fine e minerale, con una persistenza aromatica è a dir poco eccezionale dal finale lungo con note affumicate.
La seconda denominazione da noi trattata oggi è Sancerre, proveniente da una zona di colline e valli erte, con pendii gessosi ben esposti al Sole. Il calcare e l’uva Sauvignon confersicono grande finezza e un sapore persistente al vino, prodotto nei comuni di: Bannay, Bué, Crezancy, Menetou Ratel, Menetreol, Montigny, St. Satur, Ste Gemme, Sancerre, Sury en Vaux, Thaurenay, Veaugues, Verdigny e Vinon. Come per il gemello Pouilly Fumè al naso il suo aroma è subito diretto ed elegante forse contraddistinto da delle note “marine” più pronunciate, al palato manifesta una fresca acidità spinta certamente dal suolo calcareo, che inoltre gli conferisce buone potenzialità di invecchiamento in bottiglia. Nella denominazione Sancerre vengono anche inclusi vini rossi e rosati ricavati da Pinot noir mentre per la denominazione Pouilly i vini sono solo della tipologia dei Bianchi.
Nel caso la vostra cantina sia fornita di una di queste meravigliose bottiglie, mi sento in dovere di consigliarvi qualche semplice abbinamento, per rendere la vostra esperienza gustativa ancora più esaltante. Questi vini raggiungono il loro massimo potenziale serviti freschi accompagnati con piatti a base di pesce, crostacei e molluschi in tutte le loro forme, trovando anche largo spazio nell’abbinamento con i formaggi, in particolare quelli a pasta molle di capra. Per me indimenticabili noci di cappasanta allo zabaione di Calvados e cuori carciofo con uno splendido Sancerre.
Mi auguro che questa mi piccola dissertazione sia stata di gradimento e non troppo prolissa, ci sentiamo, alla prossima….Luca.
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Albese con Cassano 30.05.20
Luca Frigerio